Due SAT sul tetto pieno accordo in assemblea

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Le paraboliche centralizzate in Italia sono tutte orientate principalmente verso la posizione orbitale 13° Est perché la maggior parte dei canali italiani sono diffusi da quella direzione. Troviamo, tuttavia, canali di largo interesse (soprattutto sportivi ed erotici) anche su altri satelliti collocati in altre posizioni. Ciò ha comportato la diffusione degli impianti dual-feed che, attraverso antenne dotate di due LNB, consentono la ricezione contemporanea da due diverse posizioni orbitali. Una combinazione frequente comprende oltre ai satelliti posti a 13° Est anche quelli posti a 19,2° Est, ma non mancano oggi richieste per altre posizioni orbitali come ad esempio i 30° Ovest.  Se la distanza tra due posizioni orbitali è di circa 6 gradi si può utilizzare una sola antenna per due satelliti; se la distanza è invece molto più grande, ad esempio tra 13° Est e 30° Ovest con ben 43° di differenza, sarà indispensabile il ricorso a due antenne.

Ma come fare se l’antenna parabolica è centralizzata e solo alcuni condomini sono interessati ad altre posizioni orbitali? La soluzione esiste, anzi, se ne possono adottare diverse senza nulla togliere all’impianto condominiale, senza compromettere la ricezione o il buon funzionamento dell’impianto centralizzato ma ottenendo per gli interessati la ricezione di un secondo satellite in modo del tutto indipendente. Di seguito vedemo come fare attraverso alcune semplici modifiche riguardanti sia l’antenna sia l’impianto esistente, nelle sue due versioni più diffuse: con multiswitch radiale in testa oppure con multiswitch derivatori in cascata.

Modifiche in antenna

Come già detto le modifiche in antenna riguardano l’aggiunta di un secondo LNB a quattro uscite a bande separate alla parabola già esistente per i satelliti a 19,2° Est oppure di una seconda antenna completa di LNB a quattro uscite a bande separate per il satellite a 30° Ovest.
Nel primo caso per aggiungere un secondo LNB basta inserire sull’antenna un supporto dual-feed  in modo che il secondo satellite sia ricevibile senza modificare l’orientamento della parabola e, quindi, senza interferire con il funzionamento dell’antenna centralizzata. Per fare ciò, se la parabola è orientata sul satellite a 13° Est e si vuole ricevere il satellite posto a 19,2° Est, il nuovo LNB andrà collocato al fianco sinistro dell’LNB esistente, osservando la parabola dal davanti.
Se il secondo satellite è più distante, ad esempio è posto a 30° Ovest,  servirà necessariamente una seconda antenna. I quattro cavi coassiali collegati al secondo LNB devono raggiungere il terminale di testa (centralino) dell’impianto.

Modifiche al centralino

Le modifiche all’impianto di distribuzione dei segnali (centralino e linea di discesa) riguardano espressamente le parti dell’impianto esistente coinvolte nel fornire i segnali agli utenti interessati alla modifica (ricordiamo che sono quelli che desiderano ricevere i segnali da un satellite diverso da quello su cui è puntata l’antenna parabolica condominiale). Vi sono due possibili modifiche perché gli impianti esistenti possono essere realizzati principalmente con due differenti modalità: radiale e in cascata.
Quando l’impianto condominiale è realizzato con uno schema di distribuzione radiale (a stella) si può intervenire agevolmente solamente alla testa dell’impianto con una spesa contenuta. Se l’impianto è, invece, del tipo in cascata saranno necessari interventi in testa e lungo la linea di discesa e la fattibilità della modifica dipenderà dalla possibilità di infilare nuovi cavi aggiunti nelle tubazioni di discesa dell’impianto TV condominiale.

Per gli impianti radiali

Un impianto radiale è realizzato normalmente con un multiswitch collegato da un lato all’antenna, con quattro cavi, e dall’altro lato ai decoder degli utenti attraverso le prese tv condominiali. La modifica proposta di seguito non influenza minimamente il funzionamento dell’impianto condominiale esistente perché interessa solamente il nuovo LNB e le prese tv degli utenti interessati. Si tratta di aggiungere un secondo multiswitch in testa: in commercio si trovano anche modelli che non richiedono alimentazione elettrica (perché sfruttano la corrente fornita dai decoder stessi) e sono quindi del tutto autonomi anche dall’energia elettrica destinata ai servizi comuni condominiali, impianto TV compreso.

Le uscite del secondo multiswitch e quelle del multiswitch esistente destinate a raggiungere gli utenti interessati alla modifica, saranno congiunte attraverso un commutatore d’antenna di tipo DiSEqC a due ingressi e un’uscita. I due ingressi si collegano alle uscite dei due multiswitch (quello esistente e quello aggiunto), l’uscita va invece connessa al cavo di discesa che raggiunge la presa tv di utente. Il multiswitch aggiunto deve disporre di tante uscite quanti sono gli utenti interessati.
Se, invece, sono tutti i residenti del condominio ad essere interessati alla modifica è più conveniente sostituire il multiswitch esistente con un modello dotato di 9 ingressi, 8 per i due LNB e 1 per i segnali tv terrestri, e tante uscite quante sono le prese di utente.

Per gli impianti in cascata

L’impianto in cascata è realizzato con un amplificatore in testa, una linea di discesa con almeno 4 o 5 cavi e più multiswitch derivatori connessi a ogni piano dell’edificio. I cavi degli utenti partono da questi derivatori di piano e non dalla testa dell’impianto come nel caso precedente. Proprio per quest’ultima peculiarità, volendo apportare una modifica non invasiva e che non influenzi minimamente l’impianto esistente, si dovrà raggiungere il cavo degli utenti interessati con un cavo coassiale aggiunto all’impianto esistente.
Sarà necessario un cavo in più per ogni utente interessato.

La modifica ha senso quando gli utenti sono pochi o comunque non più di quanto le tubazioni di discesa possano supportare in termini di cavi aggiunti. In alcuni edifici si possono aggiungere solo uno o due cavi in più, in altri edifici i cavi in aggiunta possono arrivare a quattro.  Ciò che serve, oltre ai cavi aggiunti, è un multiswitch radiale a 4 uscite posto in testa. Anche in questo caso il multiswitch può essere del tipo privo di alimentazione elettrica, provvisto di quattro ingressi per collegare i cavi del secondo LNB.
Se la modifica è necessaria per tutti, è opportuno sostituire i cavi di discesa con dei nuovi di diametro inferiore, aggiungendone altri quattro dello stesso tipo per un totale di 9 cavi coassiali.
Ai piani sarà necessario sostituire i multiswitch derivatori con modelli provvisti di 8/9 entrate passanti.

Il telecomando che si programma con un’app

Smart Control (URC 7980) è il nuovo telecomando One For All programmabile anche dallo smartphone, con cui controllare più dispositivi in base a scenari completamente personalizzabili che semplificano la gestione di impianti audio/video anche complessi.

La configurazione dello Smart Control può essere eseguita dal telecomando stesso oppure utilizzando lo smartphone o il tablet grazie all’app gratuita disponibile per iOS e Android. Con pochi e semplici passaggi, è possibile configurare fino a 8 dispositivi (TV, decoder, Blu-ray, Audio, DVD, Console di gioco, Media Player e Soundbar) sia attuali che futuri grazie al database aggiornabile da Internet. L’app permette anche di programmare una serie di “scenari” (macro), come ad esempio “Guarda TV”, “Guarda Film”, “Ascolta Musica” e “Gioca” che accendono in sequenza gli apparecchi necessari con un solo tocco. L’app e l’altoparlante integrato nel telecomando permettono di ritrovarlo quando è smarrito in casa, ad esempio nascosto sotto un cuscino.

L’interazione con il dispositivo mobile utilizza una connessione Bluetooth Smart a basso consumo che non incide sulla durata delle batterie (4x AAA). E’ già in vendita al prezzo consigliato di 49,99 euro.

ITU: La banda UHF resta alla tv per altri 10 anni

Nonostante le forti pressioni della GSMA i rappresentanti di oltre 150 governi che hanno partecipato alla conferenza WRC-15 hanno deciso che le frequenze della banda UHF rimarranno assegnate ai servizi TV digitali almeno per i prossimi 10 anni.


Secondo la GSMA, la banda UHF sub 700 MHz (470-694 MHz) potrebbe espandere la copertura dei servizi in banda larga mobile destinati ai cittadini, sia delle aree urbane densamente abitate sia delle comunità rurali remote.

 

Pur condividendo questa visione, la Conferenza mondiale delle radiocomunicazioni, organizzata a Ginevra dall’ITU (International Telecommunication Union), ha deciso di mantenere lo status-quo almeno fino al 2023 quando sarà organizzata una nuova edizione (WRC-23) con il compito di rivedere l’utilizzo dello spettro dell’intera banda UHF.

Per i delegati è ancora troppo presto privare la TV di questo spazio prezioso, soprattutto in considerazione dei forti investimenti fatti dai Governi per il passaggio dall’analogico al digitale, la ristrutturazione delle piattaforme e degli impianti. In molti stati, inoltre, la TV terrestre è considerata un motore di crescita per la cultura e la coesione sociale, un elemento troppo importante per essere cancellato e sostituito dai servizi mobili.